Chi Siamo

La FONDAZIONE ROTARY.

Storia del Rotary International

Paul P. Harris, insieme ad altri professionisti nel lontano 23 febbraio 1905 fondò il Rotary Club di Chicago, il primo club di servizio del mondo (molti altri Club creati in epoca posteriore si ispirano al modello Rotary). Nasce così da una visione umanista quanto pragmatica, né rivoluzionaria e tanto meno conservatrice; ma con il solo scopo di cambiare in meglio la condizione umana.

L’Associazione Rotary, unendo dapprima solo uomini (le donne saranno ammesse dal 1989) senza distinzione di nazionalità, razza, religione, idee politiche, ma che si siano distinti per capacità e rettitudine nell’esercizio della loro professione, si vale dell’apporto volontario e non retribuito di tutti i soci per svolgere con le loro qualità e competenze una intensa e complessa attività, caratterizzata da interventi concreti fondati sulla solidarietà fra gli uomini, volti a migliorare le condizioni di vita nel mondo e a promuoverne la pace. Ma nello spirito Rotariano non vive esclusivamente il senso della beneficenza, alimentando situazioni di dipendenza nei popoli più deboli, ma viene coltivata la promozione all’autonomia, incentivando la crescita dell’essere umano affinché questi possano trovare realizzazione e soddisfazione propria.

Il nome Rotary fu così definito dalla consuetudine iniziale di riunirsi a rotazione presso gli uffici dei soci. Inizialmente il simbolo originario del Rotary era la ruota del carro dei pionieri del West e trasformata più tardi (1912) in una ruota dentata, a concepimento dei tanti Club che negli stati Uniti da San Francisco a New York, e a Winnipeg, nel Canada si andavano costituendo e che facevano parte di uno stesso ingranaggio.

Nel 1921 i Rotary club erano presenti su sei continenti; l’anno seguente l’organizzazione adottò il nome di Rotary International. E con la crescita dei club, la missione del Rotary cominciò ad andare oltre l’obiettivo della convivialità e iniziarono a unire le loro risorse e competenze per promuovere iniziative di carattere sociale nell’ambito delle loro comunità nel “Servire al di sopra di ogni interesse personale”.

Nel 1925 il Rotary contava 200 club con più di 20.000 soci.

Negli anni seguenti, in Italia con l’avvento del Fascismo, così come in tutti gli altri Paesi dove vigeva un sistema diddatoriale, i Rotary club dovettero sospendere le proprie attività, e sebbene molti club fossero sciolti a causa della guerra, altri si diedero da fare per fornire assistenza alle vittime del conflitto. Nel 1942 i Rotariani privenienti da 21 Paesi organizzarono un convegno a Londra per trovare una visione comune sui temi dell’istruzione, della ricerca scientifica e della cultura, da promuovere al termine della seconda guerra mondial. Questi stessi presupposti avrebbero portato in seguito alla creazione dell’UNESCO.

Nel 1949, quarantanove Rotariani appartenenti a ventinove delegazioni parteciparono alla Conferenza di San Francisco al termine della quale venne approvata la carta costitutiva delle Nazioni Unite.E il primo ministro britannico Winston Churchill dichiarò: “Sono pochi coloro che non riconoscono il buon lavoro fatto dai Rotary club nel mondo libero”. Da allora il Rotary e varie agenzie dell’ONU hanno lavorato fianco a fianco su numerosi progetti, incluso il programma più significativo: PolioPlus. Oggi il Rotary è l’organizzazione non governativa con il ruolo consultivo di maggiore rilievo nell’ambito del Consiglio Economico e Sociale – l’organo che sovrintende a numerose agenzie specializzate delle Nazioni Unite. La lunga cooperazione tra il Rotary International e le Nazioni Unite si basa sulla comune visione di un mondo in pace, così come l’aver sostenuto nella sua storia intense attività con numerosi governi e organizzazioni non governative allo scopo di migliorare le condizioni di vita delle persone bisognose.

L’esempio più significativo di questa collaborazione è il programma PolioPlus, istituito dal Rotary International con l’obiettivo di eliminare definitivamente la poliomielite. A fianco dei suoi partner, tra i quali figurano l’UNICEF, i Centri statunitensi per il controllo e la prevenzione delle malattie e l’Organizzazione Mondiale della Sanità, il Rotary ha donato oltre 600 milioni di dollari e innumerevoli ore di volontariato per immunizzare oltre due miliardi di bambini contro questa malattia crudele e spesso fatale. La collaborazione del Rotary con altri organismi avviene anche a livello di club. Ad esempio, i club di Toronto hanno collaborato con l’organizzazione non governativa Habitat for Humanity per costruire abitazioni destinate a famiglie meno abbienti. Nel caso del nostro club tra le tante iniziative intraprese si è attivata recentemente la collaborazione in Sudan ed in Angola , zone martoriate dall’AIDS dapprima con l’acquisto di attrezzature sanitarie e poi finalizzato a consentire la frequenza di “stages” a neolaureati in medicina del luogo in ospedali gestiti da “ Comboniani”.

Nel 1989 l’organizzazione ha aperto le porte alle donne, che sono oggi 145.000 nei club di tutto il mondo, e dopo il crollo del muro di Berlino e la dissoluzione dell’Unione Sovietica sono stati fondati numerosi Rotary club nell’Europa orientale e centrale, tra cui il primo club russo, costituito nel 1990. Da allora l’organizzazione ha visto una straordinaria crescita in questa area.

Il Rotary si è affacciato al XXI secolo con un rinnovato impegno nel far fronte ai bisogni della società, dalle questioni ambientali all’analfabetismo, dalla fame ai problemi dell’infanzia a rischio.

A oltre un secolo dalla fondazione, il Rotary continua a essere orgoglioso della propria storia, perché l’aver realizzato progressi nello sviluppo sociale, si è reso necessario che i soci tutti abbiano unito le loro forze per le finalità comuni del R.I.. L’azione individuale che ogni socio ha messo “al servizio al di sopra di ogni interesse personale”, ha messo in condizione di valorizzare armonicamente l’azione collettiva del R.I. e di anteporre la visibilità individuale a servizio dell’Associazione stessa. Non a caso la tradizione ben consolidata dell’avvicendamento annuale dei suoi dirigenti (dal Presidente Internazionali ai Presidenti di Club) del R.I. da ancora oggi, a distanza di 103 anni, l’attualità dei programmi e della propria organizzazione, evitandone personalizzazioni nelle posizioni di potere, bensì costituendo un valido apparato di uomini e donne al servizio cui sono chiamati, indistintamente dai ruoli ricoperti. Questo spirito collaborativo ha permesso oggi a più di 1,2 milioni di Rotariani di promuovere la comprensione, la buona volontà e la pace in oltre 200 aree geografiche.

di Davide Plano